giovedì 29 novembre 2007

Distanza e folletti

Cosa spinge una persona a rispondere "noi ci saremo"?
io sto parlando con te, e ho certezza che tu sia sola e che verrai anche da sola.
e allora perchè mi rispondi con "noi ci saremo"?

Mi viene in mente il post di eio con i venditori del folletto,
"NOI PASSEREMO SEMPRE".

La questione è che, mentre io cerco di impostare il discorso sempre partendo da un piano paritario, tralasciando estrazione, cultura, ego per quanto possibile, ci sono delle persone che disgraziatamente fanno della ricerca della distanza, a priori, il loro stile di vita.

Arrivederla, mi saluti anche l'altra.

Capiente

Adesso sono tranquillo. so che Alberto Tomba riceverà il meritato bonus.

lunedì 26 novembre 2007

Una volta alla settimana

Ci sono dei tali a Milano, a Milano, dico e non in Cambogia, che si lavano una volta alla settimana.
Ma perché?
è così bello farsi la doccia, la sera, prima della pappa. Oppure
svegliarsi al mattino, ficcarsi sotto il getto caldo del soffione e poi
gustarsi la colazione nel tepore del proprio corpo. Lavarsi è bello. Io
mi lavo i capelli tutti i giorni. Resto poco sotto la doccia, così non
ho sensi di colpa per lo spreco dell'acqua, però in quei cinque minuti
mi lavo tutto.
Comincio dai capelli, una buona dose di shampoo che
poi mi passo anche tra le palle, sul culo e poi di nuovo sul pisello.
Poi sapone o doccia-schiuma sulle ascelle, piano piano che sono
sensibili, poi sulle gambe. Poi di nuovo riempio il palmo e me lo passo
sui piedini, prima uno e poi l'altro, anche perché tutti e due insieme
non ci riesco. Mi piacciono i miei piedi, le mie cosce. Poi mi lavo
anche la pancia, il collo, ancora una passata alle ascelle. Risciacquo
tutto di nuovo. Finito.
Fallo anche tu, amico che mi vieni a trovare in ufficio.

venerdì 23 novembre 2007

Le spidermàn


Oggi esce l'ultimo numero (30°) della serie allegata al corriere della sera del formidabile uomo ragno.
Chissà se in francia lo pronunciano spaidermen oppure spidermàn. i francesi sono bestiali su queste cose, in parte hanno anche ragione. prima di partire per parigi mi sono preparato il numero 28 in valigia, e continuavo a mormorare "le spidermàn, le spidermàn".

L'uomo ragno è sempre stato il mio supereroe preferito, l'unico che avesse una storia personale raccontata dagli autori e quindi anche il più umano.
Mi diverte leggere i dialoghi, sempre ironici, mai banali, che prima Stan Lee e poi in seguito altri autori confezionarono per le sue storie.
- cattivo: "uomo ragno, sei tu!"
- uomo ragno: "o io, o mork da ork."
Per non parlare delle ragazze di peterparker, da gwen a maryjane abbiamo degli esempi di bellezza disegnate in sezione aurea.


Qualche anno fa un mio amico, Alberto, aveva sulla sua scrivania un pupazzetto del tipo bigjim dell'uomo ragno, solo che premendo il tasto invece di alzare il pugno si sentiva dire: "sono spàidermèn, l'uomoragno: un supereroe". A parte che già la frase in sè era ridicola, a un certo punto Alberto cominciò a schiacciare senza tregua il pulsante, in modo che la frase entrasse in loop continuo. Dopo una ventina di volte, il pupazzetto urlò lungamente, poi il silenzio.
Abbiamo riso fino alle lacrime.
Ricordo che poi Alberto preparò una bara fatta di cartone e vi ripose l'uomoragno per sempre.

giovedì 22 novembre 2007

Zoodue

Per non parlare della programmazione musicale. I deejay in gamba ormai non citano più neanche i brani, come si faceva una volta, ma vanno avanti con lo sguardo basso sul giornale facendo finta di non aver sentito - tranne qualche piccola eccezione. Per esempio, il nuovo brano dei subsonica "...geeeeelidiiii tramonntiii..." inascoltabile, è stato coraggiosamente commentato da Fabio Volo con un "...vabè qui ormai passa di tutto...".
Non è possibile che non ci sia più della vera buona musica. Spetta ai discografici dimenticarsi delle scelte politiche almeno in ambito musicale. Sono d'accordo che è un mondo dove i ricavi sono corposissimi, ma sono sicuro che ci sarebbero ugualmente anche con della musica che almeno rispetti gli ascoltatori.
Non potete dare in pasto al pubblico qualunque schifezza, tanto poi ci si abitua: cercate di fare uno sforzo costruttivo, SCEGLIETE IL MEGLIO, cazzo.
I poveri subsonica hanno anche fatto delle ottime canzoni, ma questa è veramente orrenda: come loro ogni giorno cerco di evitarne parecchi.
Come sempre la scelta poi spetta a noi, è ovvio: sintonizzarsi saltabeccando di qua e di là in cerca di buona musica è un compito arduo, come la ricerca della verità: ma chi è troppo pigro per cercare il graal alla fine rimane intontito dalle vostre scelte di mercato, un mercato costruito da voi per rincoglionire. vergognatevi.
E non sto parlando del fatto che vorrei della musica più orecchiabile, sto parlando di contenuti non banali e armoniosi. anche in canzoni dissonanti si può trovare una armonia compositiva, ma per piacere allora fate fare questo lavoro ad uno che sa quello che sta facendo.

mercoledì 21 novembre 2007

Lo zoo

Nella mia nullitudine, tornavo in studio dopo aver risolto i soliti casi umani.
Mentre cercavo un po' di buona musica mi sono imbattuto in radio 105.
sono rimasto sbalordito dal tipo di indirizzo che hanno dato a questa stazione: lessico triviale da far schifo.

Un esempio, lo scherzo telefonico:
“buongiorno, mi chiamo c...o!" - risate registrate.
"ecco, mettitelo nel c..o il c...o, s....o!" - risponde un signore, evidentemente disturbato - e ancora risate registrate.
e poi avanti così con altre risate registrate. perchè evidentemente non fa ridere.

E allora perchè, "signori" di radio 105, scegliere questa programmazione, con questa tipologia di espressione, proprio in un orario di punta per gli ascoltatori adolescenti (14.30, 15) più influenzabili? non vorrei sembrare moralista, ma certamente la cosa non può essere archiviata con un "non spetta a noi educare al meglio i giovani": anzi, direi che è il momento che anche i media facciano qualcosa per cercare di risollevare lo spirito civico che si è perso ormai da tempo.
(continua)

martedì 20 novembre 2007

Occhi neri

Oggi ho osato dire che un maglione comprato l'anno scorso al mercato si era rovinato. su un lato si era formata una specie di colonia di palline di lana ed era un pochino antiestetico: è stato un grave errore che credo che non ripeterò mai più. Ora posso guardare con occhi nuovi il maglione.

lunedì 19 novembre 2007

Ischida, s'americano!

Mi sono ricordato di una cosa che volevo scrivere un po' di giorni fa, relativamente ad halloween.
Tornando a casa dopo aver accompagnato la bimba a scuola, ho detto a mia moglie che avevo incontrato un gruppetto di signore che discutevano di halloween, dicendo che per l'anno prossimo avrebbero dovuto organizzarla meglio la festa, perché ormai ogni anno (da un po') diventa sempre più importante e i bambini ci tengono, eccetera eccetera.
E poi ho detto ma che cavolo di festa di americani, coi morti ammazzati e robe terrorizzanti, pipistrelli e ragni e porcavacca, sono tutte robe che non sopporto, io, povero bimbo ancora immerso nell'acquasantiera. mi tocca sorridere se ma figlia mi porta a casa un disegno di un pipistrello, che fosse per un compito di scienze capirei, ma insomma, di tutti i begli animali che ci sono in giro proprio il pipistrello?
E così mi stava prendendo la mano, questo bel discorsetto su come la cultura americana ci metta veramente poco ormai a colonizzarci subdolamente: e non ci basta essere politicamente necrotizzati dalle cellule pseudobenigne della Loro presunta civiltà superiore e dalle scelte dei governi che furono, che sono stati proprio stronzi ad accettare un patto con la morte lenta e dolorosa.
E così mia moglie mi ha salvato. scuotendo il capo con fare da mamma comprensiva, mi ha detto che halloween in Sardegna esiste da quando i suoi nonni erano bambini e andavano a suonare alle porte chiedendo i dolcetti, sennò il morto si incazzava.
Solo che da loro si chiama (tuttora, certamente) "SU MORTU MORTU".
Spero di averlo digitato correttamente, visto che la grande tradizione sarda ha spazzato via in un microsecondo la subdola cellula tumorale americana.

milioni di milioni

E io che mi scandalizzavo per i tre milioni versati a Veltroni. Ora che anche Berlusconi, uno degli uomini più ricchi del mondo dico, ha ricevuto sette milioni di euro per sostenere le sue ragioni, il paese ha toccato veramente il fondo.
Poi il nanetto, sommerso dalle braccia di gente infestante, dopo l'abbuffata annuncia la formazione del nuovo partito popolare, un nome che terrorizza.
Io veramentre dovrei pensare sul serio ad andarmene in australia.

Report di ieri. Altra figuraccia dell'amministrazione comunale milanese. Con tutto quello che si poteva cercare di dire a discolpa di certe scelte urbanistiche, gli assessori aprivano le braccia ed ammettevano colpe candidamente come se in realtà le soluzioni scelte fossero le uniche possibili per il bene della comunità.
Ma come? Dai all'ente Fiera la possibilità di coprirsi di miliardi e lo fai solo per il bene comune?
L'australia è più vicina che mai.

Con le tariffe low-cost probablimente riesco a mettere sull'aereo la famiglia con 3.000 euro. Adesso metto giù il baracchino per raccogliere le firme per la mia partenza, un euro a votazione. Magari chi mal mi sopporta è disposto a versare un contributo: alla fine mi servono solamente tremila tipi che appena arrivano sul mio blog dicono "ma ammazzati!" e invece di andarsene prendono nota del mio nome e si dirigono verso casa mia o verso il mio studio a milano.

Se siete interessati postatemi la richiesta che vi invio i dati. chi vuole versare di più me lo dica che ho il conto alle poste.

venerdì 16 novembre 2007

The Blues


quando ascolti un pezzo blues sai già che fine farà. il giro è sempre lo stesso, poi c'è l'assolo sul giro, poi c'è un secondo giro, magari un altro assolo, poi il giro finale. poi magari ci sono delle variazioni sul tema, però è tutto lì. la bravura dell'interprete di musica blues sta nella capacità di approfondire, trasmettere la malinconia e la forza di un sentimento quasi sempre perdente, ma con la speranza di rivincita e/o rinascita.
nel blues non c'è quasi mai lotta, c'è quasi sempre la rassegnazione e/o la volontà di suicidio/omicidio diretto. credo che questo derivi dall'estrazione nera del blues; per ogni nero che si rispetti non c'è mai stata lotta fisica, ma azione piuttosto che umiliazione.
poi c'è largamente il sesso, sotto forma di metafora.
amando molto il blues, preferisco del buon sesso metaforico al sesso esplicito.

martedì 13 novembre 2007

Il mio bello

Eh, sì. è così. Tante volte me ne accorgo dopo. Però sono contento, mi beo della mia mancanza di malizia, sono felice di non prevedere le conseguenze, in fondo la vita è bella anche per questo. Dico una cosa, magari un po' ingenua, perchè spero che in fondo lo siano un pochino tutti.
Io sono così: é il mio bello.

Stavo discutendo con una persona proprio di questo.
Si è persa l'ingenuità di ieri, siamo come bambini cresciuti: nel giro di cinquant'anni siamo passati da ventiquattromila baci a fabrifibra, dall'ingenua scoperta del consumismo al consumo della vita. ormai ditemi una canzone che conserva un briciolo di ingenua dichiarazione d'amore.
Tutti pronti a denunciare lo schifo, il colera, la rabbia per la giustizia in mano ad incompetenti, tutto ben annaffiato dalla pornografia politica dilagante.
Vi prego, ritroviamo l'ingenuità. Siamo i figli della società corrotta, ma non per questo dobbiamo sporcare le nostre anime con il dubbio e la vendetta.

La malizia è figlia del dubbio. Possiamo conoscere ciò che è bene e ciò che è male senza obbligarci a vivere in un mondo sommerso dai dubbi di dire e non dire, fare e non fare. è anche questo continuo non sapere che limita l'azione fisica e verbale, necessaria alla crescita individuale e sociale.
Aiutiamo il nostro paese a ritrovare una dignità, ritrovando il nostro rigore morale unito al diritto all'ironia e incominciando da qui.

Io ad esempio, apprezzo in parte e forse per questo non capisco del tutto, gli scritti di doppiovubi, pur stimandolo molto.

lunedì 12 novembre 2007

Come Heidi

Prendo spunto dai post di SiG e di Irene per parlare un po' di Milano.

Com'è milano? ho sempre pensato a come descriverla.

Ci sono canzoni di Dalla e Vecchioni, commoventi per l'intensità del ricordo.
Dalla canta “...Milano sempre pronta al Natale, che quando passa piange e ci rimane male, Milano sguardo maligno di Dio, zucchero e catrame...Milano ogni volta che mi tocca di venire, mi prendi allo stomaco, mi fai morire...Milano senza fortuna mi porti con te, sotto terra o sulla luna...Milano tre milioni respiro di un polmone solo, Milano che come un uccello gli sparano ma anche riprende il volo". Non l'avevo mai sentita, prima che qualcuno mi lasciasse un greatest hits di Dalla: bellissima, peccato che ormai anche lui peschi solo dalla spazzatura.
E poi Vecchioni, "luci a sansiro, di quella sera..." la poesia di un momento, ma non è solo quello, è l'amore per l'appartenenza ad una città.

Una città fatta di traffico, negozi brutti, show-room spettacolari, viuzze lastricate di pietra dipinte dalla natura e vialoni di circonvallazione creati dalla sola necessità. E poi il Duomo e altre centinaia di chiese, alcune splendide, altre inutili; palazzi sbadatamente scampati ai bombardamenti e case popolari di orribile fattura.
Tutto è sempre più specchio della società ibrida e pornografica, amministrata da politici inetti ed "assolutamente incapaci per il ruolo", citazione tratta dalla descrizione di un alto dirigente esterno incaricato dal nuovo sindaco (fatta da un comitato di controllo a cui il sindaco dovrà rispondere, sentita a Report).

Poi ci sono le montagne, che ogni tanto appaiono e abbracciano l'orizzonte, ma solo nelle belle giornate un po' ventose.
è come se in quei giorni la città volesse ricordarci come sarebbe bello, lavorare in una delle più straordinarie città d'europa e in più poter vedere le montagne innevate, come heidi.

venerdì 9 novembre 2007

Eroi di oggi

Il forte vento ha creato parecchi disagi a Milano, oggi.
questa frase la sentirete dire almeno trentavolte questa sera: e in realtà così è stato. Se non ci fossero stati i vigili del fuoco, che prontamente hanno provveduto alla messa in sicurezza del mio ponteggio alto quaranta metri con copertura provvisoria sul lastrico solare, ora sarei al commissariato di polizia.

ho visto cose che voi condomini del civico 41 non potete neanche immaginarvi.
ho visto un telo piegato dal vento come uno spinnaker pronto a far decollare un ponteggio.
ho visto un ponteggio arcuato con una freccia di un metro sollecitato da raffiche potentissime.
e ho visto un vigile del reparto 3, camminare come un gatto su un ciglio altissimo per salvarmi il culo.

e appena è sceso, l'ho abbracciato.
che almeno gli resti il ricordo di avermi aiutato e di essergli stato grato.

Grandeur/2

Credo che i post che sto scrivendo in questo periodo siano i migliori mai scritti da anima viva.

Grandeur

I francesi, sì, che sono un popolo di merda.

Sempre pronti a sbatterti in faccia una presunta superiorità di classe: tanto l'edicolante quanto il negoziante, tanto il ristoratore quanto l'addetto ai bagagli. Come se l'essere francesi rappresenti un distintivo di qualità. E invece le brasserìe sono puzzolenti, le crèpe non sono buone, l'acqua dell'hotel sa di fogna, le metropolitane sono lerce ed esistono anche altre cose in cui immergere il cibo a parte il burro fuso (meglio non immergerlo affatto).

Parigi è bellissima, è arrivata dal 1500 ai giorni nostri e non è mai cambiata di una virgola, a parte un breve intervento del prefetto Haussman che ha raso al suolo un paio di "arrondissemant" per fare un vialone: però mi ha ricordato quei locali di milano, tipo taveggia o cova, dove ci si bea di una storia centenaria senza accorgersi che le tarme hanno divorato il vestitino.

L'unico intervento di rilevo, la Defanse, anche se in continua crescita, riceve il disprezzo dei cittadini che non comprendono la portata del nuovo lessico urbanistico e si rigirano nei loro scialletti sporchi tra le bancarelle sotto le metrotramvie leggere.

venerdì 2 novembre 2007

ooOTOOH - hAH!


La lungimiranza dei giapponesi ha prodotto angurie quadrate.
Bravi ragazzi, avanti così. Tutto nasce da una considerazione espressa con mio fratello sul nuovo taglio delle lattine di coca e fanta, ossia il "bislungo". Probabilmente così occupano meno spazio, o almeno credo.
Mio fratello ha pensato ironicamente che fosse meglio il taglio largo e basso, tipo tonno da 250gr!

Api verdi

Gli ingranaggi mi affascinano. non c'è niente che mi interessi di più al mondo. penso continuamente agli ingranaggi.
Ogni giorno mi dico che dovrei andare da qualche ferraiolo, sfasciacarrozze o anche in qualche discarica, in cerca di montagne di ingranaggi da portare a casa, in ufficio, in tasca. Ogni volta invece non faccio nulla e preferisco cullarmi nell'idea di comporre l'opera più grande mai esistita formata da centinaia di ingranaggi, di varie dimensioni, colori, forme.
Qualche anno fa ho regalato ad un amico un orologio da tavolo sezionato, con cassa aperta e spessa e ingranaggi a vista.
Lo stesso amico qualche giorno fa mi ha regalato un orologio da polso a cassa trasparente: ovviamente ingranaggi a vista. è bellissimo, di fabbricazione francese, tutto istoriato nelle parti di raccordo: il problema è che non posso indossarlo o pelomeno guardarlo per più di qualche secondo. Non sopporto la vista di tutti quegli ingranaggi, pur restandone sopraffatto.
Quindi penso che non riuscirò mai a creare l'opera di cui parlavo prima. Ora che ci penso, in generale mal sopporto ciò che è frutto della mia espressione artistica.
Una volta ho dipinto un quadro interessante, con delle enormi api verdi armate a cavallo. è in box, lo uso come paracolpi per l'auto.

Amore

Ho deciso. scriverò dell'amore. di una sensazione, più che di un sentimento. di un presentimento, più che di una certezza. appena troverò le parole, scriverò dell'amore. forse è meglio fare l'amore, piuttosto che scriverne. chissà se tutti quelli che hanno scritto dell'amore poi,

L'impermeabile

Ogni tanto mi viene in mente l'impermeabile dell'ingegnere. Quando mi chiedeva di andare a spostargli la macchina, sapevo che avrei dovuto infilare la mano nella tasca del suo impermeabile per trovarci le chiavi. La mano avrebbe tentato di non toccare le pareti della tasca fino a infilare con l'indice o il medio l'anello del mazzo, per poi risalire lungo la fenditura, sempre senza lambire il tessuto interno della tasca. Io non so cosa ci fosse nella tasca, però l'immagine che creavo era più simile alla bava di alien, al sangue mestruale, a volte anche al moccio. Sono rimasto nello studio come apprendista per quattro anni e l'ingegnere non si è mai cambiato l'impremeabile.

So che è il secondo post consecutivo in cui parlo dei prodotti dell'uomo. Sarà il periodo.

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