lunedì 13 agosto 2007

Lavarone e la I guerra mondiale

Due amici ci hanno invitato a trascorrere il fine settimana da loro, in montagna. Così siamo partiti venerdi pomeriggio, direzione verona, uscita peschiera e poi superstrada per affi, uscita rovereto. Salitona verso folgaria e poi di notte arrivo a Chiesa (Lavarone non esiste, parola di
Claudio Sabelli Fioretti).

Sabato abbiamo fatto, nell'ordine: colazione in piazza, prenotazione campo da tennis, giretto , aperitivo al "belem", discesa sulle camere d'aria, pranzo nei pressi della vetta Vezzena, partitona a tennis, merenda al passo Vezzena, salto alla coop per comprare chili di carne e infine grigliatona.
Domenica, camminatona a piedi costeggiando il lago in salita fino alla piazza, colazione, prosieguo della scalatona ed arrivo alla cima del monte "Rust", dove si possono vedere i resti dell'osservatorio austro-ungarico bombardato durante la I guerra mondiale.
Le mura dell'osservatorio, circa 1 mt. di spessore, incorporano ancora dei cannocchiali in ferro (alle cui estremità un tempo erano fissate delle lenti), che sono puntati direttamente su vari obbiettivi. Tra questi il forte Belvedere.

Conservato magnificamente, l'abbiamo visitato subito dopo, scoprendo la vita dei militari in tempo di guerra, attraversando camerate, dispense, magazzini, polveriera, infine il museo. Tra i vari oggetti rinvenuti, appartenuti ai soldati, a un certo punto ho notato una armonica a bocca, lurida e massacrata.

Nella notte, il soldato che suona per i commilitoni. I baffoni scorrono lenti sulle note metalliche . Qualcuno sogna, altri fumano. Il comandante si apre una scatoletta di tonno mentre programma l'attacco di domani insieme agli ufficiali. Qualcuno ha freddo e pensa alla moglie, bellissima e morbida, mentre il compagno preferito scherza. Uno si pulisce le dita dei piedi, un altro fa la cacca con la schiena appoggiata al muro freddo della latrina, tenendosi sospeso con la baionetta.


Una voce, "attento che ti sporchi le scarpine nuove" mi ha riportato davanti alla teca, e ho pensato all'assurdità di dire una cosa del genere in un posto come quello. Le scarpine nuove! Ogni tanto guardo la foto della famiglia del padre di mia moglie (quello in braccio) e capisco quanto stiamo bene.

Sporcare la scarpina è una macchia in una vita pulita e serena. O meglio, forse è la paura che possa balenare il terrore della fame, dell'angoscia, della perdita e della sofferenza, di nuovo sbattuti in trincea.

4 commenti:

lobotomica ha detto...

Sono magicamente sempre d'accordo con tutto quello che dici.
Grazie per le tue meravigliose parole che mi fanno sentire meno sola.
I concetti che esprimi sono per me costanti spunti di riflessione.
Grazie di esistere.
Augh.

pim ha detto...

a parte gli accrescitivi di fantozziana memoria ("frittatona di cipolle per la quale andava pazzo"), due note di merito. la prima alla tempra del tuo organismo (io per fare quello che hai fatto tu ci avrei messo una settimana), la seconda all'emozione misteriosa che trasmette il tuo racconto.

Anonimo ha detto...

beh, effettivamente..è che lavar-ONE stimola l'uso del parol-ONE!

lobotomica ha detto...

one!one!one!

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